Resident Evil Code Veronica X

Mi trovo davvero in difficoltà nel recensire quest’ultima uscita per GCN: quando l’originale “Code Veronica” uscì per Dreamcast nel 2000 e fu giudicato unanimemente uno dei migliori titoli per la defunta console Sega. Quando, un annetto dopo, uscì la conversione per PS2, potenziata con alcuni video inediti e il celebre “Wesker’s Report” e contraddistinta dalla dicitura “X” alla fine del titolo, si trattava ancora di un buon titolo, ma già cominciava ad apparire datato nel gameplay e nella grafica, afflitta da una mediocre conversione. Oggi, a quattro anni di distanza dall’originale esce la versione per GameCube, praticamente identica alla riedizione dell’X uscita a suo tempo sul Dreamcast…
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The complete collection
Con l’uscita di questo capitolo, si completa su GameCube la collezione di tutti i Resident Evil mai usciti: c’è il remake del primo (“Resident Evil Rebirth”), l’inedito prequel (“Resident Evil 0”) ed i capitoli 2 e 3 (“Resident Evil 2” e “Resident Evil 3: Nemesis”). Proprio questi ultimi due sono stati, almeno in Italia, vittime di una mal calcolata operazione commerciale: pur trattandosi di meri porting dagli originali per Playstation, senza miglioramenti grafici di sorta, sono stati venduti a prezzo pieno, rivelandosi un vero e proprio flop commerciale.
Per fortuna la riedizione di Resident Evil – Code: Veronica X, pur trattandosi nuovamente di una semplice conversioni senza aggiunte né miglioramenti di sorta, ha dalla sua parecchi vantaggi rispetto ai predecessori: innanzitutto la grafica è quella di un gioco Dreamcast, quindi molto più godibile e, sotto certi aspetti, addirittura superiore ad alcune produzioni odierne (e anche alla controparte per PS2), pur non potendo, ovviamente, rivaleggiare con quei due capolavori grafici che sono “Resident Evil Rebirth” e “Resident Evil 0”. Inoltre, per la prima volta in assoluto, il gioco è stato interamente sottotitolato in italiano: immagino che agli anglofili la cosa non abbia mai creato grossi problemi, considerata la basilarità di frasi e dialoghi usati nel gioco, ma tutto sommato rimangono molti i videogiocatori che non hanno familiarità con l’idioma in questione e che apprezzeranno parecchio questa novità. Da non dimenticare infine il prezzo particolarmente conveniente a cui viene venduto: 29€ sono la metà di quanto costi normalmente un titolo appena uscito e rendono l’offerta Leader ancora più appetibile.Risultati immagini per sfondi resident evil code veronica

The story so far…
Le vicende narrate in Code Veronica si ricollegano direttamente al secondo capitolo della serie: Claire Redfield, sorella di Chris (uno dei protagonisti del primo Resident Evil e, quindi, anche del Rebirth), dopo essere sfuggita da Raccoon City, sta indagando sulla misteriosa scomparsa del fratello; la sua ricerca si incrocia nuovamente con le losche trame della Umbrella Corporation, i cui uomini catturano la ragazza e la imprigionano in un loro centro di ricerche segreto localizzato su di una sperduta isoletta. Come al solito qualcosa va storto e il virus T contagia tutti gli abitanti della zona tranne Claire e pochi altri: a questo punto si tratta nuovamente di sopravvivere e trovare una via di fuga. Nel gioco non impersoneremo solo Claire ma anche Chris, in una sorta di ricerca incrociata che porterà i protagonisti ad inseguirsi per quasi tutto il gioco.
Sebbene la storia cominci a mostrare la corda (con premesse e situazioni immutate ormai dal primo capitolo), a detta di molti la trama è una delle migliori della saga e, tutto sommato, ci sentiamo di concordare; resta il fatto che chi abbia già completato il gioco nelle versioni per Dreamcast o PS2 e la cui comprensione della trama non sia stata ostacolata dall’inglese, sa esattamente cosa aspettarsi visto che non è stato modificato praticamente nulla.Risultati immagini per immagini resident evil code veronica

Dritti alla meta
La giocabilità è strettamente ancorata agli stereotipi della serie (gli stessi, d’altronde, riproposti anche in “Resident Evil Rebirth”): inquadrature fisse, controlli classici (un tasto azione, uno per correre, puntamento e sparo), l’odioso inventario limitato a otto scomparti, i cassonetti magici, le macchine da scrivere per i salvataggi, gli enigmi che spaziano dal quasi logico al delirante, zombie, mostri e sangue a profusione. Claire e Chris devono esplorare i vari ambienti, risolvere gli enigmi che precludono loro la prosecuzione nel gioco, raccogliere armi ed oggetti, abbattere o (quando possibile) evitare i nemici (perché i proiettili rappresentano ancora merce rara nel gioco): la tensione è ancora una volta accentuata dalle inquadrature fisse che spesso impediscono la visuale a pochi metri del personaggio, costringendo il giocatore a vagare sempre nel timore di imbattersi in qualche inopinato pericolo non appena svoltato l’angolo. I fan sfegatati si troveranno a loro agio, d’altronde non è certo da un porting di un prodotto di quattro anni fa che si può pretendere l’innovazione.
Graficamente il titolo è meno obsoleto del 2 e del 3 e sotto certi aspetti supera anche alcune uscite più recenti; i filmati in CG sono ancora molto validi, la grafica (interamente 3D, il primo nella saga dei Resident) fa girare il gioco sui 60 fps senza alcun problema ed il quadro generale appare nettamente migliore che su PS2 anche se, inevitabilmente, il tutto ha un sapore retrò con textures poco definite e personaggi dalle movenze fin troppo rigide.
Per quanto riguarda l’audio, il gioco presenta musiche d’atmosfera ed un onesto doppiaggio inglese, ma gli effetti sonori appaiono per lo più inadeguati e innaturali.
Il gioco è parecchio impegnativo e lungo da portare a termine, senza contare le molte modalità nascoste da sbloccare, quindi la longevità è garantita.

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