Resident evil Outbreak File 2
Come tutti sanno, il primo “Resident Evil Outbreak” giunse da noi
monco della modalità on-line e questo rappresentò una grossa delusione
per tutti gli appassionati, perchè senza la possibilità di giocare in
rete quello che rimaneva era un prodotto piuttosto anonimo. Nonostante
ciò, la fame di Resident Evil era tale nei possessori di Playstation 2
che gli acquirenti passarono sopra ai limiti del prodotto premiandolo
comunque con un buon volume di vendite.
Oggi, a quasi due anni di distanza, arriva anche il secondo capitolo della serie, finalmente con la compatibilità per il net play, ma non è il caso di gioirne troppo: il gioco è rimasto praticamente identico al precedente, compresi i numerosi difetti, e con ” Resident Evil 4″ ormai alle porte, appare decisamente arrivato fuori tempo massimo. Solo la modalità on-line può giustificarne parzialmente l’acquisto…
Back to Raccoon City
La caratteristica della serie Outbreak è quella di collocarsi al di fuori degli eventi principali della saga: al giocatore viene chiesto di vestire i panni di un gruppo di persone qualunque che si trovano involontariamente coinvolte negli sconvolgenti fatti di Raccoon City e il cui unico obiettivo è sopravvivere a mostri e zombi e portare a casa la pelle. Dunque niente trame della Umbrella, niente investigazioni, niente misteri o tradimenti: l’unico obiettivo è sopravvivere. L’assenza di una trama, d’altronde, è funzionale unicamente alla modalità in linea del titolo, mentre per l’off-line risulta una carenza non poco.
I personaggi tra cui scegliere sono otto, ognuno con punti di forza e debolezze (c’è chi è forte nell’attacco, come il poliziotto Kevin, c’è chi ha maggiori abilità curative, come la cameriera Cindy, e così via…) ed ognuno dotato di un’abilità particolare ed unica che può spaziare dallo sparare agli zombi al saper evitare i nemici.
Il gioco è diviso in missioni, ognuna ambientata in un diverso scenario (oltre a quelli già visti nel primo episodio, “Resident Evil Outbreak File 2” ne offre 5 inediti). Il giocatore si avventura in ognuno di essi scegliendo un personaggio da impersonare e due compagni di sventura controllati dalla cpu. Il sistema di controllo è vecchia maniera, vale a dire “alla Code Veronica” per intenderci, il che farà piacere ad alcuni (me compreso) ma scontenterà molti altri, visto che effettivamente appare datato: va detto che comunque l’introduzione della possibilità di sparare muovendosi è un’implementazione utilissima. Purtroppo il tutto è ulteriormente complicato dalle possibilità di interazione con gli altri due compagni, operazioni tutt’altro che rapide ed efficaci a causa di uno scomodo sistema di inventari separati. Inoltre la demenziale I.A. della cpu finisce col rendere i propri accompagnatori un vero peso: questi infatti tendono a distrarsi facilmente, portano poco aiuto nelle situazioni di pericolo e, quel che è peggio, a volte – per chissà quale ragione – rifiutano di soccorrerci.
Zombi nella rete
Naturalmente buona parte dei problemi sopra elencati vengono risolti nel gioco on-line, in cui, invece di muovervi con un gruppo di ritardati, potrete agire con altri giocatori umani (d’accordo, niente esclude che pure loro risultino non particolarmente svegli, ma almeno la stupidità non sarà più una certezza matematica). Affrontare le missioni con gli amici è effettivamente molto più divertente, per non parlare della possibilità di diventare zombi a nostra volta e dare loro la caccia, qualora il personaggio venga contagiato. Peccato che comunque ci si trovi lo stesso in presenza di un titolo datato, che non si differenzia in nulla dal predecessore e che ancora una volta priva i giocatori del supporto dell’headset, che avrebbe reso l’esperienza di gioco ben più gratificante e divertente.
Tecnicamente il titolo risulta abbastanza valido: gli ambienti sono belli a vedersi e ricchi di particolari ed anche i personaggi appaiono molto curati (pur se un po’ legnosi nelle animazioni). Purtroppo è rimasto il solito problema dei caricamenti davvero troppo lunghi, risolvibile solo se disponete dell’HD di PS2: in tal caso basta installare il gioco sul disco fisso per eliminare ogni attesa. Qualche problemino, infine, deriva anche dalla telecamera, che spesso e volentieri non mostra la scena dall’inquadratura migliore…
Oggi, a quasi due anni di distanza, arriva anche il secondo capitolo della serie, finalmente con la compatibilità per il net play, ma non è il caso di gioirne troppo: il gioco è rimasto praticamente identico al precedente, compresi i numerosi difetti, e con ” Resident Evil 4″ ormai alle porte, appare decisamente arrivato fuori tempo massimo. Solo la modalità on-line può giustificarne parzialmente l’acquisto…
Back to Raccoon City
La caratteristica della serie Outbreak è quella di collocarsi al di fuori degli eventi principali della saga: al giocatore viene chiesto di vestire i panni di un gruppo di persone qualunque che si trovano involontariamente coinvolte negli sconvolgenti fatti di Raccoon City e il cui unico obiettivo è sopravvivere a mostri e zombi e portare a casa la pelle. Dunque niente trame della Umbrella, niente investigazioni, niente misteri o tradimenti: l’unico obiettivo è sopravvivere. L’assenza di una trama, d’altronde, è funzionale unicamente alla modalità in linea del titolo, mentre per l’off-line risulta una carenza non poco.
I personaggi tra cui scegliere sono otto, ognuno con punti di forza e debolezze (c’è chi è forte nell’attacco, come il poliziotto Kevin, c’è chi ha maggiori abilità curative, come la cameriera Cindy, e così via…) ed ognuno dotato di un’abilità particolare ed unica che può spaziare dallo sparare agli zombi al saper evitare i nemici.
Il gioco è diviso in missioni, ognuna ambientata in un diverso scenario (oltre a quelli già visti nel primo episodio, “Resident Evil Outbreak File 2” ne offre 5 inediti). Il giocatore si avventura in ognuno di essi scegliendo un personaggio da impersonare e due compagni di sventura controllati dalla cpu. Il sistema di controllo è vecchia maniera, vale a dire “alla Code Veronica” per intenderci, il che farà piacere ad alcuni (me compreso) ma scontenterà molti altri, visto che effettivamente appare datato: va detto che comunque l’introduzione della possibilità di sparare muovendosi è un’implementazione utilissima. Purtroppo il tutto è ulteriormente complicato dalle possibilità di interazione con gli altri due compagni, operazioni tutt’altro che rapide ed efficaci a causa di uno scomodo sistema di inventari separati. Inoltre la demenziale I.A. della cpu finisce col rendere i propri accompagnatori un vero peso: questi infatti tendono a distrarsi facilmente, portano poco aiuto nelle situazioni di pericolo e, quel che è peggio, a volte – per chissà quale ragione – rifiutano di soccorrerci.
Zombi nella rete
Naturalmente buona parte dei problemi sopra elencati vengono risolti nel gioco on-line, in cui, invece di muovervi con un gruppo di ritardati, potrete agire con altri giocatori umani (d’accordo, niente esclude che pure loro risultino non particolarmente svegli, ma almeno la stupidità non sarà più una certezza matematica). Affrontare le missioni con gli amici è effettivamente molto più divertente, per non parlare della possibilità di diventare zombi a nostra volta e dare loro la caccia, qualora il personaggio venga contagiato. Peccato che comunque ci si trovi lo stesso in presenza di un titolo datato, che non si differenzia in nulla dal predecessore e che ancora una volta priva i giocatori del supporto dell’headset, che avrebbe reso l’esperienza di gioco ben più gratificante e divertente.
Tecnicamente il titolo risulta abbastanza valido: gli ambienti sono belli a vedersi e ricchi di particolari ed anche i personaggi appaiono molto curati (pur se un po’ legnosi nelle animazioni). Purtroppo è rimasto il solito problema dei caricamenti davvero troppo lunghi, risolvibile solo se disponete dell’HD di PS2: in tal caso basta installare il gioco sul disco fisso per eliminare ogni attesa. Qualche problemino, infine, deriva anche dalla telecamera, che spesso e volentieri non mostra la scena dall’inquadratura migliore…
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